Tra poche settimane arriverà il momento della sua prima vacanza? I consigli dell’esperto per abituare il bimbo con gradualità all’ambiente acquatico
Se mamma e bebè non hanno avuto tempo di prepararsi durante l’inverno, possono fare “le prove generali” in piscina, iscrivendosi all’ultimo minuto a un corso di acquaticità. Ecco cosa si può imparare, a partire dai 3 mesi di vita, con la guida di istruttori esperti.
Si comincia dal bagnetto a casa
In acqua il bebè ritrova il suo elemento naturale, quello in cui è cresciuto per nove mesi. E non prova quasi mai paura: l’importante è che i genitori gli trasmettano tranquillità e lo rassicurino fin dai primi bagnetti, quelli nella vasca di casa. “I corsi di acquaticità in piscina servono prima di tutto a mamma e papà, che imparano a tenere il bebè in acqua con più sicurezza“, spiega Nicola Brischigiaro, recordman mondiale di apnea, esperto in educazione acquatica familiare e ideatore della campagna nazionale Acquaticità e Sicurezza, per la sensibilizzazione e la prevenzione di incidenti e annegamenti in età pediatrica. “Acquaticità significa prima di tutto confidenza con l’elemento acqua e comincia proprio nella vasca da bagno: prima si gioca a lungo con il bebè e poi, solo alla fine, lo si lava”.
Come scegliere la piscina?
Dalla vasca da bagno alla piscina, il passo è breve. La differenza sta nello spazio, più grande, e nella guida degli istruttori. Ma come scegliere il corso di acquaticità giusto? “Molte piscine hanno una vasca per l’acquaticità, con l’acqua bassa e riscaldata”, avverte Nicola Brischigiaro. “L’importante è che gli istruttori abbiano seguito un corso di formazione specifico: per imparare a stare con i più piccoli, non basta uno stage di uno o due giorni. Devono essere sempre due gli istruttori in acqua, e rimanere gli stessi nel corso del tempo, perché è molto importante anche la relazione che si instaura con la famiglia”.
Si può cominciare a partire dai 3 mesi: basta munirsi di un pannolino da piscina o di un costume contenitivo (ben aderente). Si sta in acqua (la cui temperatura deve essere di 32°) tra i 30 e i 45 minuti, sempre affiancati dagli istruttori.
Dal dondolo alle bollicine
“All’inizio si sperimentano diverse posizioni: le prese frontali, le prese laterali, la nanna nell’acqua, cioè il dorso, l’equilibrio in piedi, il granchietto sul bordo, il dondolo, fino ai primi passi: posizioni impensabili per i neonati fuori dall’acqua e che, perciò, favoriscono lo sviluppo neuromotorio”, spiega l’esperto. “Si può arrivare fino all’immersione completa, ma non è questo l’obiettivo numero uno. Dal decimo mese di vita, si comincia con le bollicine: la respirazione in acqua è l’ABC del mondo acquatico”.
Una volta al mare, per mamma e papà sarà più semplice far divertire in sicurezza il bebè. Anche se il mare è tutta un’altra cosa: è immenso, si muove e fa rumore. E i primi giorni ci vorranno pazienza e gradualità.
di Chiara Sandrucci (da Io e il mio bambino)
