Perché la Befana porta il carbone? E che senso ha farlo trovare ai bambini che non si sono comportati bene durante l’anno?
Il carbone è legato alle figure di San Nicola, Sinterklaas (il suo corrispettivo olandese) e, in Italia, alla figura della Befana.
Questi personaggi, cari a culture e tradizioni diverse, hanno però qualcosa in comune: il camino.
Babbo Natale e la Befana scendono dal camino (per lasciare i doni nelle calze appese alla sua cornice); San Nicola, che un tempo entrava dalla finestra, iniziò a calarsi dal camino quando questo si diffuse nelle case europee, e a lasciare i suoi doni nelle scarpe messe a scaldarsi vicino al fuoco. Anche Zwarte Piet (Pietro il Moro), il controverso aiutante di Sinterklaas nelle leggende di Belgio e Paesi Bassi, è legato alla figura degli spazzacamini.
Proprio al camino è legata l’usanza di lasciare il carbone.
Arrivati nelle case dei bambini monelli, questi personaggi non avevano doni da lasciare e riempivano calze e scarpe con quello che trovavano nel camino: il carbone appunto. Fatta eccezione per Santa Claus, che aveva già troppi sacchi da trasportare, le altre figure lasciavano anche aglio, cipolle, ramoscelli e buste di sale ai bambini più discoli. Non disdegnavano cioè di riempirsi le borse anche dei regali meno graditi.

Ma qual è il vero significato del carbone?
La storia racconta che il periodo natalizio, tra dicembre e gennaio, era un periodo difficile per l’agricoltura: l’imperatore Aureliano aveva proclamato il 25 dicembre “Festa del Sole” e per 12 giorni (cioè fino alla notte del 6 gennaio) un tronco di quercia veniva fatto bruciare di continuo, e dal carbone si sarebbe scaturita tanta fortuna per il nuovo anno.
Proprio il carbone della Befana!
Se lo trovate nella calza quindi, rallegratevi: non siete cattivi, anzi, porta fortuna!

Da Focus e Focus Junior