Breve decalogo per i genitori su come gestire al meglio uno dei problemi che preoccupa maggiormente: la febbre.
Per noi genitori, di solito, la febbre è causa di preoccupazione. Ma c’è da tenere in considerazione un aspetto molto importante: se da un lato essa segnala una condizione anomala (spesso di natura infettiva), dall’altro lato è opportuno ricordare che si tratta di un meccanismo di difesa. È bene quindi gestirla senza alcuna paura seguendo le indicazioni chiave dei pediatri.
Cosa fare allora in caso di febbre nei bambini?
1. Misurare correttamente la temperatura.
La temperatura deve essere rilevata tramite strumenti affidabili e precisi. Il termometro elettronico digitale posto in sede ascellare è lo strumento più attendibile per la misurazione della temperatura corporea. La temperatura normale va da 36.5° a 37.5°.
2. La febbre non si correla alla gravità di un’eventuale infezione.
In caso di infezione la febbre indica l’attivazione delle difese dell’organismo. Ma attenzione: l’elevata temperatura non è di per sé un indicatore della gravità dell’infezione. In alcune infezioni serie, infatti, la temperatura può essere inizialmente più bassa o perfino assente. Quindi è opportuno evitare di misurarla ossessivamente: piuttosto occorre tenere sotto controllo lo stato di malessere del bambino.
3. Impiegare l’antipiretico in funzione del malessere del bambino.
Osservare il comportamento del bambino consente di capire quale impatto ha la febbre su di lui. I farmaci antipiretici possono essere usati per ridurre il malessere nel bambino. La loro somministrazione non è mai consigliata per prevenire le convulsioni o la comparsa di febbre o reazioni locali dopo una vaccinazione perché inutile.
4. Paracetamolo e Ibuprofene sono gli unici antipiretici raccomandati nel bambino.
È opportuno seguire la posologia raccomandata dal pediatra. Per il paracetamolo tra una somministrazione e l’altra devono trascorrere 6 ore. L’ibuprofene può essere somministrato ogni 8 ore. Si sconsiglia l’uso combinato dei due principi attivi perché non offre vantaggi aggiuntivi nella riduzione della febbre e aumenta il rischio di effetti indesiderati. Sconsigliati sono i mezzi fisici per ridurre la temperatura (spugnature).
5. Dosare l’antipiretico in base al peso del bambino e nel rispetto del foglietto illustrativo.
L’antipiretico deve essere somministrato in base al peso del bambino e non all’età. Non aumentare il dosaggio dell’antipiretico né abbreviare l’intervallo tra una somministrazione e l’altra per non incorrere in effetti indesiderati.
6. Somministrare l’antipiretico sempre per bocca e ricorrere alla via rettale solo se necessario.
La via orale assicura un assorbimento adeguato e una maggiore accuratezza di somministrazione del farmaco in base al peso. La via rettale va consigliata in caso di vomito o difficoltà di somministrazione per bocca.
7. Attendere sempre il tempo d’azione dell’antipiretico.
L’effetto dell’antipiretico può richiedere anche una o due ore. Non c’è da preoccuparsi quindi se la febbre non scende immediatamente.
8. Ricordare che la febbre non fa venire le convulsioni.
La febbre è una reazione dell’organismo: è la conseguenza di un evento patogeno (ad esempio un’infezione) e non è la causa di possibili complicanze come le convulsioni.
9. Assecondare i desideri del bambino.
La febbre può essere accompagnata da inappetenza e calo di vivacità. Occorre quindi lasciar riposare il bambino e, se lo desidera, offrirgli da bere rispettando il suo eventuale rifiuto a mangiare. Da evitare una copertura eccessiva, specialmente se suda.
10. Il pediatra è il punto di riferimento di ogni genitore.
È bene rivolgersi sempre al pediatra ed evitare cure fai da te.
