Coronavirus e bambini. Di seguito qualche informazione – tratta dalle principali fonti accreditate – utile a noi genitori, particolarmente preoccupati per l’attuale situazione pandemica a livello globale.
In questo momento dedicato della nostra vita, la nostra preoccupazione deriva dalla necessità di fare tutto ciò che è necessario per proteggere i nostri bambini da questa pandemia di coronavirus.
Il principale strumento che abbiamo è proprio l’informazione: conoscere ci aiuta a difenderci e a difendere i nostri bimbi.
Cerchiamo, quindi, di fare chiarezza su ciò che riguarda gli effetti che il coronavirus Covid-19 sta avendo sui più piccoli.
Quali sono i pericoli per la salute infantile?
I virus appartenenti alla famiglia dei coronavirus sono responsabili di circa 1/5 delle polmoniti virali.
La polmonite è tuttora la prima causa diretta di mortalità infantile a livello globale, con circa 800.000 decessi annui tra i bambini di età compresa tra 0 e 5 anni. La sua letalità dipende dal fatto che i bambini, insieme agli anziani e ai malati cronici, sono i soggetti più vulnerabili alle infezioni respiratorie acute.
Ad essere a rischio sono soprattutto i neonati e i bambini sotto i 2 anni di età, a causa della fisiologica immaturità del loro sistema immunitario. Inoltre, i bambini immunodepressi sono esposti a un rischio particolarmente elevato.
Nell’epidemia di Covid-19 si rileva un numero di infezioni di gran lunga inferiore rispetto a quanto avviene in altri contesti epidemici.
In Italia si contano tra i bambini 938 infezioni (0-9 anni), mentre nella fascia di età 10-19 anni sono 1.432. La percentuale è quindi bassa rispetto al totale dei contagiati. Solo il 6,9% dei casi ha comportato un ricovero ospedaliero (0-2 anni). Ad oggi non risulta alcun decesso né ricovero in terapia intensiva.
Fanno tragica eccezione i decessi di bambini avvenuti in altri paesi (Belgio, Regno Unito, Francia, Stati Uniti).
L’allenamento del sistema immunitario dei più piccoli – grazie anche alle vaccinazioni – li aiuta ad avere una maggiore resistenza al virus.
Non ci sono prove che il virus possa essere trasmesso dalla donna in gravidanza al nascituro o dalla mamma in allattamento al neonato.
Rimane sempre fondamentale l’uso delle dovute precauzioni raccomandate dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’OMS, sia per mamme che per bambini.
Ricordiamoci di spiegare coi giusti modi ciò che sta succedendo senza trasmettere troppa ansia ai nostri piccoli.
Da Unicef